Gioielli battuti all'asta, ma solo col mouse

Gioielli battuti all'asta, ma solo col mouse - Press
Il Sole 24 Ore

Passione per i gioielli e dimestichezza col browser. Una formula che a Laura Patrizia Barbieri, milanese trapiantata a Firenze, vale un primato. E' la prima in Italia a gestire un'asta a tempo esclusivamente online e solo in gioielli e alta bigiotteria. La sua "creatura" si chiama "Curio", in inglese oggetto raro e prezioso, ed è sul Lungarno Vespucci. Venti metri quadrati, una cassaforte e una piattaforma web sofisticata, messa su dall'azienda Thetis di Massa, bastano per mandare avanti un business che vale 1,2 milioni l'anno.

La giovane imprenditrice viaggia con sotto il braccio una laurea in Storia delle arti applicate (tesi in oreficeria), un curriculum che mette in fila numerose collaborazioni nelle più importanti case d'asta in Toscana e altrove, diversi incarichi come perito del Tribunale e della Camera di commercio di Firenze. Se ciò non bastasse lei, i gioielli, specie quelli antichi, li ama alla follia. Li comprerebbe tutti, ma è una donna assennata. L'idea di cimentarsi nelle vendite all'incanto, affidandosi solamente al web le è frullata nella mente qualche anno fa. Poi nel 2015, il sogno prende forma.

La "Thetis", che firma la soluzione innovativa per case d'asta (ma non solo), la sostiene e incoraggia in un'avventura digitale che senza una struttura dietro le spalle, poteva essere esposta al rischio flop. In verità importanti case d'asta, consolidate nel territorio, dopo la formula live, cioè la possibilità per il pubblico di seguire l'asta da casa sul proprio pc, da qualche tempo affiancano agli appuntamenti fisici (con battitore, martello e pubblico ) alcune aste a tempo online.

Gli oggetti all'incanto sono ovviamente visionabili prima, ma le trattative poi viaggiano solo sul web. Basta registrarsi (per esempio Pandolfini e Pananti a Firenze, Farsetti a Prato e Fabiani a Montecatini). «Innanzitutto penso che il futuro sia nella specializzazione e poi volevo svecchiare un settore per cui ho lavorato diverso tempo e conosco bene – dice Laura Patrizia Barbieri - contando sulla psicologia di un certo pubblico che ha ancora soggezione dell'ambiente delle aste». Ma dove trova i gioielli che poi presenta all'asta? «Giro per le città – dice – preceduta da spot pubblicitari o inserzioni. Ogni area geografica – racconta – ha la sua peculiarità. Ossia i gioielli sono più o meno carichi o griffati».

Così apprendiamo che nei forzieri delle famiglie toscane brillano oggetti sobri, in quelle milanesi preziosi firmati Cartier o Bulgari, mentre a Roma e in tutto il Sud Italia prevale il gusto barocco. «Ogni gioiello ha un suo mercato – riprende la Barbieri – e anche un prezzo. So bene che i motori di ricerca controllano la base d'asta di ogni lotto, dunque devo uniformarmi». Francesco Gorlandi, amministratore della Thetis, è orgoglioso della tecnologia messa a punto dalla sua azienda. «E' già sperimentata anche fuori dall'Italia – spiega – ma nessuno prima della Barbieri – ha osato lanciarsi nel mercato senza il conforto di una casa d'aste strutturata. Per una piattaforma del genere – dice – servono dai 10mila ai 40mila, a parte il catalogo». La formula è replicabile, il coraggio è altra storia.

di Loredana Ficicchia
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